Dexibell ViVO S9 by MeX

Mocambo, atmosfera contiana da mozziconi di sigaretta mal spenti perennemente fumosi nel portacenere.

La sezione pianistica ricorda le atmosfere a serrande abbassate di Paolo Conte, nel manto silenzioso che avvolge la saletta di Synth Cloud Enzo ci trascina con sé in una danza compassata ma dai ritmi scanditi. Il piano del Dexibel deve garbargli.

A questo giro in una veste che lo vede arrampicato sullo strumento dalla bassa poltrona vintage, MeX è alle prese con uno stage piano poliedrico, con una tastiera di buona fattura e dalla risposta sensibile e naturale.
Interessante la possibilità di variare effetto nel mentre in cui si mantiene ancora il suono precedente, lasciando una coda di accordo o di nota cambiando ma senza soluzione di continuità ad interrompere l’esecuzione. Coloro i quali credano sia cosa da poco, l’inviterei ad un salto tra pedali in ambito chitarristico, che afflizione lo stacco tra i suoni…!

La citazione sui cloni di Star Wars pone l’accento sull’emulazione dell’organo Hammond, certamente valida e fruibile benché non fedelissima.

Una veloce carrellata degli altri suoni disponibili, tra strings e synth, rivela una qualità di base piuttosto alta, Dexibell in tal senso non lesina sulla fedeltà e sulla complessità sonora, così come la raffinatezza di taluni di questi lega bene con l’uso in studio.

Ma poi Enzo torna lì, al comparto piano, che non pare azzardato identificare come più riuscito del lotto: materico, ricco di sfumature che ne fanno il giusto paio con la tipologia di tasto, dinamico e dal feel che ammalia, trasporta ed invoglia a suonare.

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