E’ mio pensiero, che ogni strumento abbia un proprio peculiare indirizzo, un piglio che ne caratterizza l’utilizzo e le atmosfere che può creare.
Il Sequential Take 5, se bene ho interpretato lo sguardo del nostro Enzo, calato in maniera naturale nella scoperta delle potenzialità del sintetizzatore, permette attorno ad un suono di costruire alcuni interessanti “mondi sonori”.
Oscillatori ballerini a parte, ogni sezione dimostrata ha a disposizione un ventaglio di suoni dalla timbrica avvolgente, anche quelli più secchi, che però non risultano mai asettici. C’è sempre qualcosa che invoglia a creare, non siamo dinanzi ad uno strumento che gira su sé stesso, ma che va considerato quale contenitore di utensili per forgiare strutture.
Sulla scia di questo, ci ritroviamo a ripensare ogni nota dell’apertura del video, forse lontano dai suoni spacey che un synth porta ad immaginare, ma che sicuramente ha portato un po’ tutti ad immaginarsi sulla Costa Azzurra, lì dove la Riviera ligure lascia posto alla Provenza e dove le strane si fondono con andamento sinusoidale, morbido e la nostra Esprit le accarezza (oggi Lotus, si) pennellandole. Spensieratezza, leggerezza da modellare e tanto sapore analogico compongono un buon compagno di sala, di live (il peso non è irresistibile ed aiuta).
In chiusura chi scrive suggerisce una chiave di lettura, basata sull’offerta di uno strumento solido, nella costruzione nei suoni, con un buon tasto ed una varietà che di fondo scandisce l’indirizzo a tutto tondo, tra arpeggiatori ed inviluppi, preset celebri e meno noti, ad un prezzo adeguato.
E per citare il Nostro, “combinarne delle belle”, cos’altro chiedere al Take 5?